Musei di Scienze della Terra

L’origine del Museo di Scienze della Terra può essere fatta risalire al 1781, anno in cui Giuseppe Gioeni (1747-1822), noto naturalista catanese e fondatore dell’omonima Accademia di Scienze Naturali, donò all’Università la sua collezione privata di minerali, lave dell’Etna e fossili provenienti da ogni parte della Sicilia. Negli ultimi quarant’anni il patrimonio museale ha continuato ad accrescersi grazie alla raccolta operata dai ricercatori dell’Ateneo che hanno arricchito le collezioni minero-petrografiche esistenti e ne hanno creato di nuove, contenenti reperti fossili e attuali che includono tutti i gruppi di organismi bentonici provenienti da diverse località dell’area mediterranea, del sud-est asiatico, del sud America e dell’Antartide e dei tre Oceani. All’ultimo decennio risalgono le donazioni Zibrowius con fossili plio-pleistocenici, Giannuzzi e Riolo che hanno portato nel Museo alcuni reperti della Collezione Monterosato. È stata inoltre acquisita l’imponente collezione malacologica Lugli-Orlandini, una fra le più importanti in Italia. Attualmente la sezione paleontologica custodisce collezioni che rendono il museo unico dal punto di vista scientifico, storico e didattico-educativo: sono presenti, infatti, numerosi “tipi”, ossia esemplari di riferimento sui quali sono state istituite nuove specie. Molti reperti, inoltre, provengono da affioramenti ormai scomparsi per cause naturali e antropiche. Da segnalare, infine, la collezione di mammiferi quaternari siciliani di cui fanno parte numerosissimi resti e un esemplare intero dell’elefante nano Elephas falconeri.